La Riabilitazione Neurocognitiva e la relazione di cura

 

La Riabilitazione Neurocognitiva si configura come un intervento finalizzato al benessere complessivo della persona in modo da incrementarne il coinvolgimento in compiti finalizzati alla riattivazione delle competenze residue o  al rallentamento della perdita funzionale causata da patologie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer, il Morbo di Parkinson, la Sclerosi Multipla, la Sclerosi Laterale Amiotrofica; oppure patologie ad origine vascolare come ictus o ischemie cerebrali fino a disturbi conseguenti ad esiti di Trauma Cranico. In particolare la Demenza, ad origine degenerativa o vascolare, è considerata una sindrome che provoca un decadimento cognitivo (memoria, linguaggio, orientamento spazio temporale, attenzione e programmazione) e una compromissione della persona in molti campi come quello della vita quotidiana, delle relazioni sociali e familiari, del comportamento e della personalità. Recenti scoperte da parte delle neuroscienze  hanno tuttavia sottolineato come nel cervello esista una sorta di plasticità, ovvero la capacità di cambiare e rimodellarsi andando a ricompensare determinati deficit in alcune aree cerebrali compromesse.

 

La Riabilitazione Cognitiva, attraverso l’utilizzo di tecniche mirate alla stimolazione specifica delle aree cerebrali deficitarie, ha come obiettivo il rallentamento del processo degenerativo e il recupero della funzionalità cognitiva compromessa. Tale intervento, finalizzato al benessere complessivo e al miglior adattamento funzionale possibile, ha un focus diretto sulla persona ed è ritagliato sul paziente, andando ad incentivarne le motivazioni, il piacere ed i bisogni emotivi ed influendo anche sul tono dell’umore e sul comportamento. I protocolli da noi utilizzati danno ampio spazio non solo alla parte tecnica con il soggetto affetto da una delle patologie sovra descritte, ma anche e soprattutto ad un sostegno dell’intero sistema familiare che assiste ed accompagna il paziente in un percorso estremamente complesso e talvolta doloroso. Affrontare il cambiamento radicale di un proprio caro che in certi casi arriva a non riconoscere più il proprio marito, moglie o figlio, che non ricorda il nome di suo nipote o il proprio indirizzo di casa, che non riesce ad utilizzare un linguaggio adeguato alle situazioni in cui si trova o che non è più capace di compiere in maniera autonoma gesti ed azioni della vita quotidiana, è forse l’aspetto più difficile da accettare ed in cui troppo spesso i familiari vengono lasciati soli. Le famiglie si ritrovano così a dover gestire molti aspetti pratici, oltre a quelli psicologici, senza conoscere la malattia, il probabile decorso, senza un adeguato sostegno, facendo affidamento solamente al proprio intuito e alle proprie capacità di sopportazione e resistenza di fronte al dolore. Gestire un intervento di Riabilitazione Cognitiva significa quindi intervenire su più fronti: da un lato concentrandosi sulla stimolazione ad ampio raggio del paziente e delle sue potenzialità, dall’altro prendendo in carico la famiglia, che ha costantemente bisogno di essere sostenuta durante tutto il percorso. Nel fare ciò è di fondamentale importanza instaurare una vera e propria relazione terapeutica sia con il soggetto che con chi se ne prende cura in quanto nessun tipo di intervento in campo medico o psicologico può dirsi tale senza che questo fondi le sue basi su una solida alleanza con coloro che necessitano di aiuto.

 

Neuroscienze, psicoterapia e sostegno psicologico si fondono così fra loro, con l’obiettivo di guardare la persona da molteplici punti di vista, senza correre il rischio di escludere una parte importante nel percorso riabilitativo di soggetti con patologie che presentano “mille facce e sfaccettature” così diverse fra loro.

 

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